
Un gelato buono da morire
La notizia viene da Tianjin, in Cina
di Daniele Petti
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Dall’anno scorso il COVID-19 ha cambiato il nostro modo di vestirci, di lavorare, di fare scuola, di uscire con gli amici, ma a quanto pare potrebbe cambiare anche il modo di mangiare.
È infatti successo pochi giorni fa in Cina a Tianjin, una delle quattro municipalità della della Repubblica Popolare Cinese, che sono state sequestrate 4836 scatole di gelato poiché positivi al COVID-19. Per fortuna 2089 scatole erano ancora sigillate in magazzino e delle restanti ne erano entrate sul mercato solo 65. L’azienda produttrice, la Tianjin Daqiaodao, ha riferito di aver acquistato le materie prime da Ucraina e Nuova Zelanda e di aver isolato e sottoposto a test più di 1600 dipendenti.

Un caso di COVID nel cibo non è tuttavia nuovo. Infatti quest’estate la Cina ha sospeso le importazioni di gamberi surgelati per il rischio di contagio attraverso alimenti congelati.
Un primo messaggio rasserenante arriva dall’OMS dicendo che “non si deve temere il cibo, l’imballaggio o la consegna”. A parlare di questo argomento è stato anche il dottor Stephen Griffin, virologo dell’Università di Leeds, affermando che il COVID-19 nel gelato non deve destare preoccupazione poiché in questo caso il problema sembrerebbe dipendere dalle condizioni di scarsa igiene in fabbrica. L’esperto ha anche spiegato che a favorire la vita del COVID sono state la temperatura bassa e il fatto che contenga grassi.
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